Italian artist Amedeo Modigliani studied painting in Venice from 1903 to 1906. According to his friend Manuel Ortiz de Zárate, the young art student harboured a ‘burning desire’ to produce sculptures during this time. By de Zárate’s account, Modigliani’s decision to forego formal training as a sculptor was solely motivated by the prohibitively expensive cost of stone.
Following his move to Paris in 1906, Modigliani exhibited seven oil paintings and watercolours in the 1907 Salon d’Automne to little acclaim. Paul Alexandre, a young surgeon and Modigliani’s first patron, was the sole figure to treat his artistic endeavours seriously. Aware of the Modigliani’s long-held passion for sculpture, Alexandre introduced the artist to the Romanian sculptor Constantin Brâncuși in 1909. The meeting would prove profoundly influential, prompting Modigliani to devote himself to sculpture in earnest.
Like Brâncuși, Modigliani was a Platonist at heart. He sought to reveal what he termed the ‘metaphysical architecture’ of Truth – the essence of things – via the radical abbreviation of form. Inspired by Brâncuși’s appropriation of the simplified plastic conventions of African masks, Modigliani set about sculpting highly stylised female heads from sandstone and limestone. His intensive artistic investigation of the female head soon morphed into a full-scale exploration of the ideal feminine form. Later in 1909, he commenced an ambitious project to sculpt a series of caryatids, female figures used as architectural supports. These caryatids, referred to by the artist as ‘columns of tenderness’, were intended to eventually adorn the artist’s ‘Temple of Humanity’. In pursuit of this vision, Modigliani completed a series of roughly fifty preparatory designs for caryatid sculptures between 1909 and 1915.
In this Caryatid drawing from circa 1913–15, Modigliani transforms the female form into an unfurling cascade of elliptical shapes. In doing so, he synthesises a diverse range of artistic styles. While the artist’s radical abstraction of the body is inspired by African carvings, his eschewal of angular forms in favour of sensuous curves reveals the influence of Indian and Cambodian sculpture. The drawing also demonstrates Modigliani’s knowledge of Renaissance art – particularly the graphic work of Florentine artist Sandro Botticelli. Like Botticelli, Modigliani imbues negative space with a remarkable sense of solidity through masterfully restrained modelling.
Although Modigliani proclaimed ‘Fulfilment is on its way…I will do everything in marble’ in a 1913 letter to Paul Alexandre, he was ultimately forced to abandon his plans for a ‘Temple of Humanity’ after carving a single caryatid sculpture from a limestone block. Persistent financial difficulties and ill health – aggravated by the inhalation of stone dust – led Modigliani to refocus on painting around 1915.
While the artist’s portraits and nudes did not attract much attention outside of Paris during his lifetime, these works are now celebrated as some of the greatest figurative paintings of the early twentieth century. Modigliani’s foray into sculpture, by contrast, remains comparatively little known.
Eva Christoff, Curatorial Project Officer, Prints and Drawings, National Gallery of Victoria
L’artista italiano Amedeo Modigliani studiò pittura a Venezia dal 1903 al 1906. Secondo l’amico Manuel Ortiz de Zarate, in quel periodo il giovane studente d’arte nutriva un “ardente desiderio” di produrre sculture. Secondo de Zarate, la decisione di Modigliani di rinunciare alla formazione formale di scultore fu motivata unicamente dal costo proibitivo della pietra.
Trasferitosi a Parigi nel 1906, Modigliani presentò sette dipinti a olio e acquerelli al Salon d’Automne del 1907 con scarso successo. Paul Alexandre, giovane chirurgo e primo mecenate di Modigliani, fu l’unico a trattare con serietà i suoi sforzi artistici. Consapevole della lunga passione di Modigliani per la scultura, Alexandre presentò l’artista allo scultore rumeno Constantin Brâncuși nel 1909. L’incontro si rivelerà profondamente influente e spronò Modigliani a dedicarsi alla scultura in maniera seria.
Come Brâncuși, anche Modigliani era in fondo un platonista che cercava di rivelare quella che definiva l'”architettura metafisica” della Verità, ovvero l’essenza delle cose, attraverso l’abbreviazione radicale della forma. Ispirato dall’appropriazione da parte di Brâncuși delle convenzioni plastiche semplificate delle maschere africane, Modigliani iniziò a scolpire teste femminili altamente stilizzate in arenaria e calcare. La sua intensa indagine artistica sulla testa femminile si trasformò presto in un’esplorazione su larga scala della forma femminile ideale. Più tardi, nel 1909, iniziò un ambizioso progetto per scolpire una serie di cariatidi, figure femminili utilizzate come supporto architettonico. Queste cariatidi, definite dall’artista come “colonne di tenerezza”, erano destinate ad adornare il suo “Tempio dell’umanità“. Per perseguire questa visione, Modigliani completò una serie di circa cinquanta disegni preparatori per sculture di cariatidi tra il 1909 e il 1915.
In questo disegno di Cariatide del 1913-15 circa, Modigliani trasforma la forma femminile in una srotolante cascata di forme ellittiche. In questo modo, Modigliani sintetizza una vasta gamma di stili artistici. Mentre l’astrazione radicale del corpo dell’artista si ispira alle sculture africane, la rinuncia a forme angolari a favore di curve sensuali rivela l’influenza della scultura indiana e cambogiana. Il disegno dimostra anche la conoscenza dell’arte rinascimentale da parte di Modigliani, in particolare dell’opera grafica dell’artista fiorentino Sandro Botticelli. Come Botticelli, Modigliani conferisce allo spazio negativo un notevole senso di solidità attraverso una modellazione magistralmente contenuta.
Sebbene in una lettera del 1913 indirizzata a Paul Alexandre, Modigliani proclamasse: “La realizzazione è in arrivo… Farò tutto in marmo”, alla fine fu costretto ad abbandonare il progetto di “Tempio dell’umanità” dopo aver scolpito un’unica scultura di cariatide da un blocco di calcare. Le persistenti difficoltà finanziarie e la salute cagionevole, aggravata dall’inalazione di polvere di pietra, portarono Modigliani a concentrarsi nuovamente sulla pittura intorno al 1915.
Se durante la sua vita i ritratti e i nudi dell’artista non attirarono molta attenzione al di fuori di Parigi, oggi queste opere sono celebrate come alcuni dei più grandi dipinti figurativi del primo Novecento. L’incursione di Modigliani nella scultura, invece, rimane relativamente poco conosciuta.
Eva Christoff, Curatorial Project Officer, Prints and Drawings, National Gallery of Victoria
Amedeo MODIGLIANI
Caryatid (c. 1913-1915)
blue and black crayon over pencil
64.6 x 49.9 cm (sheet)
National Gallery of Victoria, Melbourne
Bequest of Howard Spensley, 1939
609-4