Countess Matilda of Tuscany (c. 1046–1115) was a remarkable historical figure who ruled over substantial territory that included present-day Lombardy, Emilia-Romagna and Tuscany. She was embroiled in the religious and political conflicts between the Holy Roman Emperor Henry IV and Pope Gregory VII, with the Countess siding with and vigorously defending the papacy.
Countess Matilda’s reputation and allegiance to the papacy struck a chord with Counter-Reformation Rome during the sixteenth and early seventeenth centuries, and she was particularly revered by Pope Urban VIII (Barberini). In 1633 he ordered her remains to be removed from Mantua to be interred in St. Peter’s, Rome, becoming the first woman to be buried in the Basilica. Urban VIII then commissioned Gianlorenzo Bernini, the principal artist and architect of the Vatican, to create a memorial for her which was set in a niche in the nave of St. Peter’s. It features an over-life-sized marble sculpture of the Countess, of which this gilt-bronze figure is a reduced variant. Bernini symbolised her power and support of the papacy by depicting her waving a baton of office in her right hand and cradling a papal tiara in the crook of her left arm. She also holds the precious keys of Saint Peter, a symbolic gesture usually reserved for effigies of saints.
There are twelve known bronze strikes of this small sculpture, this being the only one that is gilded. Unfortunately, no documents exist as to the degree of Bernini’s involvement in its production, yet it is impossible to think he played no role in the creation of multiples that would widely disseminate his work or were made for a particular purpose or patron. They were produced by the lost-wax method of casting and most likely made from moulds of Bernini’s terracotta modello for the marble. Like the marble, the back of bronzes has not been refined for viewing in the round, thus, the relationship between the modello and the bronze is integral. Understandably, the appearance of marble and the bronze vary slightly and there are numerous differences in form and the finish between each bronze cast.
This gilded version is of the highest quality, featuring very crisp details that were probably incised into the bronze after it was cast. Of note is the care shown in modelling the face, and the intricacy of the decoration of the papal tiara. Even her thumbnails have been articulated here. Being a rare, gilded version with an elevated standard of craftsmanship implies that this was made as a presentation piece. The stone base on which it stands is inscribed with a dedication in Latin to Bernini’s patron Urban VIII. Assuming that the base and object are contemporaneous, such a personal note may indicate that it could have been made as a memento for the Pope. Regardless of the relationship between the base and sculpture, if quality equates to status, then it is likely that Bernini was directly involved in the production of this outstanding sculpture.
This work has been included in The Technical Study of Bernini’s Bronzes, an ongoing international collaborative project to examine each of the hundreds of bronzes relating to Bernini’s sculptures around the world. Its aim is ‘to understand both the production techniques used and the differences between the versions of each Bernini multiple’. This study could shine a light on the workings of Bernini’s studio and the making of these sculptures.
La contessa Matilde di Canossa (1046-1115 circa) fu un’importante figura storica che governò su un vasto territorio che comprendeva le attuali Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Fu coinvolta nei conflitti religiosi e politici tra l’imperatore del Sacro Romano Impero Enrico IV e Papa Gregorio VII, con la contessa che si schierò e difese vigorosamente il papato.
La reputazione della contessa Matilde e la sua fedeltà al papato colpirono la Roma della Controriforma durante il XVI e l’inizio del XVII secolo, e fu particolarmente venerata da Papa Urbano VIII (Barberini). Nel 1633 Papa Urbano VIII ordinò che le sue spoglie venissero traslate da Mantova per essere inumate nella Basilica di San Pietro a Roma, diventando così la prima donna ad essere sepolta nella Basilica. Urbano VIII commissionò a Gianlorenzo Bernini, il principale artista e architetto del Vaticano, la creazione di un monumento commemorativo per lei, che fu collocato in una nicchia della navata centrale di San Pietro. Il monumento include una scultura in marmo della contessa a grandezza naturale, di cui questa figura in bronzo dorato è una variante ridotta. Bernini ha simboleggiato il suo potere e il suo sostegno al papato raffigurandola mentre agita il bastone del comando nella mano destra e stringe il triregno pontificio nell’incavo del braccio sinistro. Nella stessa mano, la Contessa tiene in mano le preziose chiavi di San Pietro, un gesto simbolico solitamente riservato alle effigi dei santi.
Di questa piccola scultura si conoscono dodici esemplari in bronzo, di cui questo è l’unico dorato. Purtroppo, non esistono documenti sul grado di coinvolgimento di Bernini nella sua produzione, ma è impossibile pensare che non abbia avuto un ruolo nella creazione di multipli che diffondessero ampiamente la sua opera o che fossero realizzati per uno scopo o un committente particolare. Le opere sono state prodotte con il metodo della fusione a cera persa e molto probabilmente ricavati da stampi del modello in terracotta di Bernini per il marmo. Come il marmo, il retro dei bronzi non è stato perfezionato per essere visto a tutto tondo, quindi il rapporto tra il modello e il bronzo è integrale. È comprensibile che l’aspetto del marmo e del bronzo vari leggermente e che vi siano numerose differenze nella forma e nella finitura tra ogni fusione di bronzo.
Questa versione dorata è di altissima qualità, con dettagli molto nitidi che probabilmente furono incisi nel bronzo dopo la fusione. Da notare la cura con cui è stato modellato il volto e l’intricatezza della decorazione del triregno pontificio. Anche le unghie delle mani sono state riprodotte in modo articolato. Il fatto che si tratti di una versione rara, dorata e con un elevato standard di artigianato implica che questa opera sia stata realizzata come pezzo di presentazione. Sulla base in pietra su cui poggia è incisa una dedica in latino al mecenate del Bernini, Urbano VIII. Supponendo che la base e l’oggetto siano contemporanei, una nota così personale può indicare che potrebbe essere stata realizzata come omaggio per il Papa. Indipendentemente dalla relazione tra la base e la scultura, se la qualità equivale allo status, è probabile che Bernini sia stato direttamente coinvolto nella produzione di questa eccezionale scultura.
Quest’opera è stata inclusa in ‘The Technical Study of Bernini’s Bronzes’ (Lo studio tecnico dei bronzi del Bernini), un progetto di collaborazione internazionale volto a esaminare ciascuna delle centinaia di bronzi relativi alle sculture del Bernini in tutto il mondo. L’obiettivo del progetto è quello di ‘comprendere sia le tecniche di produzione utilizzate sia le differenze tra le versioni di ciascun multiplo berniniano’. Questo studio potrebbe far luce sul funzionamento dello studio di Bernini e sulla realizzazione di queste sculture.
Gianlorenzo BERNINI
Countess Matilda of Tuscany (c. 1634)
gilt-bronze
(a-b) 53.7 x 25.4 x 18.2 cm (overall)
National Gallery of Victoria, Melbourne
Felton Bequest, 1970
E2.a-b-1970