‘Kore’ is the ancient Greek word for a girl. In sculpture it denotes a full-length, draped statue of a type common in the Greek Archaic period (sixth century BC). Such statues were religious votive offerings in a sanctuary and many were associated with the sanctuary of Athena on the Athenian Acropolis. The torso, however, is a Roman ‘archaising’ version of the Greek Archaic type and would have been made for private ownership for a wealthy Roman wishing to display his prestige and his acquaintance with Greek culture. The statue has the rigid stance, with one foot forward, and the stylised drapery folds of the Archaic style. But no Archaic kore would have displayed the drapery clinging to the softly modelled breasts as in this example. Additionally, the taller proportions and the style of dress differ markedly from the Archaic. An Archaic kore wore a thin chiton (tunic), its thinness represented by crinkly folds, and over it, draped diagonally, the heavier folds of a woollen cloak. This kore wears her cloak over both shoulders and the material is not clearly differentiated from that of her dress. An Archaic kore had her right arm extended, holding an offering, and her left arm at her side, clutching the drapery at hip level. This one has both arms missing but there is no sign that she clutched her drapery, so she may have been holding offerings in both hands. She wears a sandal on her surviving right foot.
The head, like the marble torso, is an archaising version of the head of an Archaic kore. It does not belong to the torso but must have belonged to a similar archaising statue. It was added to the NGV kore as an appropriate head at some time in the last century or two, when archaeological accuracy was regarded as less important than the visual impression of a complete statue. She has long hair down the back of the neck, rendered in the Archaic style as a block with surface patterning, not carved in any depth. In front of her plain, low diadem, the waves of hair are more fully modelled, with a centre parting. A true Archaic kore had long hair, not only at the back, to strengthen the neck but also elaborate ringlets falling over her shoulders and the front of her body. There is no sign of any ringlets on the neck of this kore. The sculptor has given the face a slight Archaic smile, but the planes of the face are more realistic than an Archaic sculptor would have achieved. However, it is the eyes, or rather lack of eyes, which truly betray the Romanised version. An Archaic kore had modelled and painted eyes. These eyes have been hollowed out for the insertion of a different material, probably glass.
Roman taste in copying Greek statues more usually preferred the Classical or Hellenistic periods. This is important evidence of a limited interest by the Romans in Archaic statues. It also illuminates the change in status and purpose of an art object: from religious offering in the Greek period to private connoisseurship in the Roman world.
Heather Jackson, Honorary Senior Fellow, School of Historical and Philosophical Studies, The University of Melbourne
“Kore” è l’antica parola greca che indica una ragazza. Nell’ambito della scultura indica una statua panneggiata a figura intera, di un tipo diffuso nel periodo arcaico greco (VI secolo a.C.). Tali statue erano offerte votive religiose in un santuario e molte erano associate al santuario di Atena sull’Acropoli ateniese. Il busto, tuttavia, è una versione romana “arcaizzante” del tipo greco arcaico e sarebbe stato realizzato per uso privato da un ricco romano desideroso di ostentare il proprio prestigio e la propria conoscenza della cultura greca. La statua è caratterizzata da una posizione rigida, con un piede in avanti, e dalle pieghe stilizzate del panneggio tipiche dello stile arcaico. Ma nessuna kore arcaica avrebbe mostrato il panneggio aderente ai seni morbidamente modellati come in questo esempio. In aggiunta, le proporzioni dell’altezza e lo stile dell’abbigliamento differiscono nettamente rispetto a quello dello stile arcaico. Una kore arcaica indossava un sottile chitone (tunica), la cui sottigliezza era rappresentata da pieghe increspate, e sopra di esso, drappeggiate in diagonale, le pieghe più pesanti di un mantello di lana. Questa kore indossa il mantello su entrambe le spalle e il materiale non si distingue chiaramente da quello dell’abito. Una kore arcaica ha solitamente il braccio destro teso, che regge un’offerta, e il braccio sinistro al fianco, che stringe il drappeggio all’altezza dei fianchi. In questo caso mancano entrambe le braccia, ma non c’è segno che la donna stringa il drappeggio, quindi potrebbe aver tenuto le offerte con entrambe le mani. La ragazza indossa un sandalo sul piede destro che le è rimasto.
La testa, come il busto in marmo, è una versione arcaizzante della testa di una kore arcaica. Non appartiene al busto, ma deve essere appartenuto a una simile statua arcaizzante. È stata aggiunta alle kore esposte alla NGV come testa appropriata in un momento degli scorsi due secoli, quando l’accuratezza archeologica era considerata meno importante dell’impressione visiva di una statua completa. La donna ha lunghi capelli che scendono lungo la nuca, resi in stile arcaico come un blocco con motivi superficiali, non scolpiti in profondità. Davanti al diadema semplice e ribassato, le onde dei capelli sono modellate in modo più completo, con una scriminatura centrale. Una vera kore arcaica aveva capelli lunghi, non solo dietro, per rafforzare il collo, ma anche elaborate ciocche che ricadevano sulle spalle e sulla parte anteriore del corpo. Sul collo di questa kore non c’è invece traccia di ciocche di capelli. Lo scultore ha dato al volto un leggero sorriso arcaico, ma i piani del viso sono più realistici di quanto avrebbe fatto uno scultore di questo stile. Tuttavia, sono gli occhi, o meglio la mancanza di occhi, a tradire la versione romanizzata. Una kore arcaica possedeva infatti occhi modellati e dipinti. Questi occhi sono stati scavati per l’inserimento di un materiale diverso, probabilmente vetro.
Il gusto romano nel copiare le statue greche prediligeva di solito il periodo classico o ellenistico. Si tratta di una prova importante del limitato interesse dei Romani per le statue arcaiche. Inoltre, illumina il cambiamento di status e di scopo di un oggetto d’arte: dall’offerta religiosa in epoca greca all’uso privato nel mondo romano.
Heather Jackson è Honorary Senior Fellow, Scuola di Studi Storici e Filosofici, The University of Melbourne
ITALY
Archaistic kore 1st century BCE-1st century CE
marble
127.9 x 42.6 x 24.7 cm
National Gallery of Victoria, Melbourne
Gift of Mr Tomas Harris, 1951
1045A-D4