Anche l’imperatore Settimio Severo (193-211 d.C.) era un militare il cui potere si basava molto sul sostegno dell’esercito, ma questo ritratto lo rappresenta come filosofo e statista. La barba rigogliosamente arricciata non potrebbe essere più diversa dal ritratto di Vespasiano (anch’esso presente nella Collezione NGV). Per ottenere questo effetto, lo scultore avrebbe utilizzato il trapano a percussione, separando tra loro i ricci e dando spazio a zone di luce e ombra. La pura energia e la superficie ruvida dei capelli contrastano fortemente con i piani lisci e levigati del viso. Gli occhi, profondamente incastonati sopra gli zigomi finemente modellati, guardano pensierosi in lontananza, proprio come quelli di un filosofo. Anche l’imperatore Adriano aveva aspirato a questo aspetto e Settimio aveva le sue buone ragioni per scegliere questo approccio. La filosofia era infatti associata in particolare alla Grecia e a un’educazione patrizia. Settimio nacque a Leptis Magna, in Nord Africa, mentre la sua imperatrice, Giulia Domna, era siriana. Settimio necessitava di affermare un’immagine di formazione e di educazione pienamente romana, che includesse la filosofia greca, piuttosto che la sua immagine di soldato.

Heather Jackson è Honorary Senior Fellow, Scuola di Studi Storici e Filosofici, The University of Melbourne