ITALY, Rome<br/>
<em>Parure</em> (c. 1830) (detail)<br />

glass, (micro-mosaic), gold, leather, fabric, (other materials)<br />
(a-k) 6.5 x 27.2 x 20.9 cm (overall)<br />
National Gallery of Victoria, Melbourne<br />
Felton Bequest, 1977<br />
D148.a-k-1977<br />

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Parure

Italy, Rome

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Discover stories of Italian art, design, culture and life in the NGV Collection through dedicated events and resources, and explore two millennia of Italian painting, sculpture, prints and drawings, decorative arts and textiles, brought together for the first time on this site.

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Within this c. 1830 parure is a mastery of technique and many hours of work. Its pictorial components comprise thousands of glass tesserae that form the small micromosiac panels. Difficult to discern with the naked eye, these micromosaics are of the highest quality and craftsmanship.

The development of the micromosaic technique has been attributed to two mosaicists, Giacomo Raffaelli and Cesare Aguatti, who worked in the Vatican Mosaic Studio and began producing mosaics on a miniature scale around 1775. Initially used for religious scenes adorning churches, the micromosaic technique was quickly adapted for jewellery and small personal items, but it was also employed on a larger scale with panels being set into tabletops or hung on walls.

The micromosaic process begins by melting and stretching glass into long canes called filati, which are broken into tiny lengths. A metal base, gold in the case of this parure, is then covered with a paste which assists in holding the glass pieces in place while the image is constructed. Carefully, each tesserae is placed with tweezers until the hundreds, sometimes thousands, of pieces are built up to create an image. Sometimes, to assist the artist during the placing process, the design is drawn into the paste to guide the tesserae placement. Made in a wide variety of colours and shapes, it is not just the placement of the tesserae which is integral to achieving a clear final image but also the choice of their colour and shape. Once the final design has been achieved, the micromosiac is pressed with a wooden block to ensure each piece is firmly in place. Wax is then poured over the top to fill any gaps and the surface is lightly sanded and polished. The intensely time-consuming process requires great skill and precision.

Micromosaic jewellery and personal items were highly fashionable during the late eighteenth and early nineteenth centuries and were sought after as Grand Tour souvenirs, with many works being made specifically for this fashionable trade. The Grand Tour was a trip undertaken by the wealthy English aristocrats and was the pinnacle of a classical education. Rome was a major focus of the Tour, and it was here that many tourists were eager to purchase souvenirs of their travels. Parures, such as this one, were highly luxurious and a fashionable gift for women upon the traveller’s return.

A parure is a matching set of jewellery, often consisting of a necklace, tiara, brooch, bracelets and earrings that are designed to be worn as an ensemble. These matching sets were highly popular during the nineteenth century and were made with precious metals, gemstones and unique materials such as coral, and in this case, micromosaic. This parure includes twenty-seven micromosaic panels depicting scenes and figures from the Commedia dell’Arte, which was a comedic form of Italian theatre originating during the sixteenth century. As works like this were created specifically to sell to tourists, they often depicted what could be considered classic Italian scenes. As well as the Commedia dell’Arte, micromosaic parures also depicted ruins of ancient cities and Italian pastoral scenes.

In questa parure del 1830 circa sono racchiuse una notevole padronanza della tecnica e molte ore di lavoro. Le sue componenti pittoriche sono costituite da migliaia di tessere di vetro che formano i piccoli pannelli micromosaicati. Difficili da decifrare ad occhio nudo, questi micromosaici sono di altissima qualità e fattura.

Lo sviluppo della tecnica del micromosaico è stato attribuito a due mosaicisti, Giacomo Raffaelli e Cesare Aguatti, che lavoravano nello Studio del Mosaico Vaticano e iniziarono a produrre mosaici in scala miniaturizzata intorno al 1775. Inizialmente utilizzata per scene religiose che ornavano le chiese, la tecnica del micromosaico è stata rapidamente adattata per gioielli e piccoli oggetti personali, ma è stata impiegata anche su scala più ampia, con pannelli incastonati nelle superfici dei tavoli o appesi alle pareti.

Il processo di micromosaico inizia fondendo e allungando il vetro in lunghe canne chiamate filati, che vengono spezzate in piccole sezioni. Una base metallica, d’oro nel caso di questa parure, viene poi ricoperta da una pasta che aiuta a tenere in posizione i pezzi di vetro mentre l’immagine viene costruita. Con attenzione, ogni tessera viene posizionata con una pinzetta fino a quando le centinaia, a volte migliaia, di pezzi si uniscono per creare un’immagine. A volte, per assistere l’artista durante il processo di collocazione, il disegno viene tracciato nella pasta per guidare il posizionamento delle tessere. Realizzate in un’ampia varietà di colori e forme, non è solo il posizionamento delle tessere ad essere fondamentale per ottenere un’immagine finale chiara, ma anche la scelta del loro colore e della loro forma. Una volta completato, il micromosaico viene pressato con un blocco di legno per assicurare che ogni pezzo sia saldamente in posizione. Della cera viene quindi versata sulla superficie per riempire eventuali spazi vuoti e viene poi leggermente levigata e lucidata. Questo processo, che richiede un notevole dispendio di tempo, necessita anche di grande abilità e precisione.
I gioielli e gli oggetti personali in micromosaico erano di gran moda tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento ed erano ricercati come souvenir del Grand Tour. Molte opere sono state realizzate appositamente per questo commercio che a quell’epoca era molto di moda. Il Grand Tour era un viaggio intrapreso dai ricchi aristocratici inglesi e rappresentava l’apice dell’educazione classica. Roma era una delle mete principali del Tour, ed è qui che molti turisti erano desiderosi di acquistare i souvenir dei loro viaggi. Le parures, come questa, erano un simbolo di grande lusso e rappresentavano inoltre un regalo alla moda che il viaggiatore di ritorno presentava alle donne.

Una parure è una serie di gioielli abbinati, spesso composta da una collana, un diadema, una spilla, bracciali e orecchini, pensati per essere indossati contemporaneamente. Questi set coordinati erano molto popolari nel XIX secolo e venivano realizzati con metalli e pietre preziose così come con materiali unici come il corallo e, in questo caso, il micromosaico. Questa parure comprende ventisette pannelli in micromosaico che raffigurano scene e figure della Commedia dell’Arte, una forma di teatro comico italiano nata nel XVI secolo. Poiché opere come queste venivano create appositamente per essere vendute ai turisti, spesso raffiguravano quelle che potevano essere considerate come scene classiche italiane. Oltre alla Commedia dell’Arte, le parures a micromosaico raffiguravano spesso anche rovine di antiche città e scene pastorali italiane.

ITALY, Rome
Parure (c. 1830) (detail)
glass, (micro-mosaic), gold, leather, fabric, (other materials)
(a-k) 6.5 x 27.2 x 20.9 cm (overall)
National Gallery of Victoria, Melbourne
Felton Bequest, 1977
D148.a-k-1977

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