The story of Mark Antony and Cleopatra, from the first century BC, was a popular subject for artists in the eighteenth century. The ancient tale of the Roman consul and his relationship with the Egyptian queen contained vivid vignettes of romance, war, military splendour, tragedy and death. It provided opportunities to depict contrasts between male and female, East and West.
The episode represented in Giambattista Tiepolo’s The Banquet of Cleopatra, 1743–44, originates in the Roman historian Pliny’s Natural History, written in 77 CE, and features the flirtatious contest between the Egyptian and Roman rulers: Cleopatra wagered that she could stage a feast more lavish than the legendary excesses of Mark Antony. Tiepolo depicts the triumphal climax of Cleopatra’s sumptuous banquet when, faced by a still scornful Mark Antony, she wins the wager by taking a priceless pearl earring from her ear and dissolving it in a glass of vinegar, which she then drinks.
The Banquet of Cleopatra was purchased from Tiepolo’s Venetian studio in early 1744; Count Francesco Algarotti, a member of the Court of Saxony who had been given the role updating the Royal Museum at Dresden, acquired it for Augustus III, Elector of Saxony and King of Poland. Tiepolo, one of the most celebrated artists working in Europe at this time, was a natural choice. Records indicate that in February 1744 Count Algarotti paid for a frame for this painting and a month later paid 300 zecchini (Venetian gold coin) for the painting itself, which was then dispatched to Dresden, and subsequently to the Royal Hunting Lodge at Hubertusburg. The painting remained in the royal collection of Saxony until 1765. By the early nineteenth century it had entered the Russian imperial collection, and was at one time hung on a ceiling in the Mikhailovsky Castle, St Petersburg. It was later transferred to the Hermitage Palace until, in 1932, Soviet authorities sold it to the NGV.
Ted Gott, Senior Curator, International Art, National Gallery of Victoria
La storia di Marco Antonio e Cleopatra, risalente al I secolo a.C., era un soggetto popolare per gli artisti del XVIII secolo. L’antica storia del console romano e della sua relazione con la regina egizia contiene vivide vignette di romanticismo, guerra, splendore militare, tragedia e morte. Questo tema offriva l’opportunità di rappresentare i contrasti tra uomo e donna, tra Oriente e Occidente.
L’episodio rappresentato ne Il banchetto di Antonio e Cleopatra di Giambattista Tiepolo, 1743-44, trae origine dalla Storia Naturale dello storico romano Plinio, scritta nel 77 d.C., e presenta una competizione civettuola tra la sovrana egiziana e quello romano: Cleopatra scommetteva di poter allestire un banchetto più sfarzoso dei leggendari eccessi di Marco Antonio. Tiepolo raffigura il culmine trionfale del sontuoso banchetto di Cleopatra quando, di fronte a un Marco Antonio ancora sprezzante, vince la scommessa sfilandosi dall’orecchio un orecchino di perle di inestimabile valore, procedendo con lo scioglierlo in un bicchiere di aceto, che poi beve.
Il banchetto di Antonio e Cleopatra fu acquistato dalla bottega veneziana del Tiepolo all’inizio del 1744. Il conte Francesco Algarotti, membro della Corte di Sassonia a cui era stato affidato il ruolo di aggiornare il Museo Reale di Dresda, lo acquistò per Augusto III, Elettore di Sassonia e Re di Polonia. Tiepolo, uno dei più celebri artisti attivi in Europa in quel periodo, fu una scelta naturale. I documenti indicano che nel febbraio 1744 il conte Algarotti pagò una cornice per questo quadro e un mese dopo pagò 300 zecchini (moneta d’oro veneziana) per il dipinto stesso, che fu poi spedito a Dresda e successivamente alla Palazzina Reale di Caccia di Hubertusburg. Il dipinto rimase nella collezione reale della Sassonia fino al 1765. All’inizio del XIX secolo era entrato a far parte della collezione imperiale russa e fu a un certo punto appeso a un soffitto del Castello Mikhailovsky, a San Pietroburgo. In seguito fu trasferito al Palazzo dell’Ermitage fino a quando, nel 1932, le autorità sovietiche lo vendettero alla NGV.
Ted Gott, Curatore Senior, Arte Internazionale, National Gallery of Victoria
Giambattista TIEPOLO
The Banquet of Cleopatra (1743-1744)
oil on canvas
250.3 x 357.0 cm
National Gallery of Victoria, Melbourne
Felton Bequest, 1933
103-4