Stefano di Giovanni di Consolo (who was erroneously named ‘Sassetta’ in the eighteenth century, a name that is now widely used) was the most innovative artist working in the important Tuscan city of Siena during the first half of the fifteenth century. The burning of a heretic was produced by the artist as one of seven predella (lower) panels that formed part of a great altarpiece commissioned by Siena’s Guild of Woolworkers (Arte della Lana) in 1423 for the church of Santa Maria del Carmine. This altarpiece is the most important surviving early work by Sassetta, whose art spanned the transitional phase that led from Gothic painting to a more illusionistic style heralding the Renaissance.
The original function of the Arte della Lana altarpiece was to represent aspects of the Christian doctrine of transubstantiation. Celebrated on the special feast day of Corpus Christi (the Body of Christ), this process or mystery involves the belief that, during its consecration in mass, the Eucharistic bread transforms into the actual body of Christ. The subject matter of this particular panel is also related to belief – or more correctly the perils of disbelief – in this doctrine. Sassetta’s painting depicts a crowd assembled to witness the simultaneous burning of a heretic (or man of questionable faith) and the saying of the Mass.
Sassetta’s composition shows the priest reaching the most sacred moment of the Catholic Mass – the point when the Host has been transformed into the Body of Christ and is raised up for the congregation to venerate – just as the flames are kindled around the condemned heretic. The combination of these two events almost certainly indicates that the heretic is suffering punishment for denying Catholic doctrine concerning the nature of the Eucharist. This narrative aspect links the NGV’s gruesome panel to the general Eucharistic theme of the entire Arte della Lana altarpiece (the other surviving panels of which are held in several different museum collections worldwide). The banners and shields in the NGV’s painting depict the coat of arms of the Arte della Lana.
Historical accounts record the suffering of several people who were condemned to death by burning in the early fifteenth century, specifically for questioning the Eucharist. The most noteworthy of these was the Bohemian heretic Jan Hus, who was burnt at the Council of Konstanz in 1415. Others met the same fate in Siena itself, such as Francesco di Pietro Porcari, who was burned as a heretic there in 1421. It is impossible, however, to specifically identify the heretic who is being put to death in Sassetta’s painting. He may even be a generic figure, intended to be representative of the fate of all those who would deny the core Catholic doctrine of transubstantiation.
The subject matter of this painting is somewhat repulsive to modern sensibilities. When Sassetta painted this panel, however, the Catholic Church believed that the inherent cruelty of such an execution was the only means of cleansing the soul of the guilty party, and of ensuring that religious heresy was not transmitted to other members of the community. Sassetta has depicted a winged devil, for example, swooping down to snatch up the soul of the heretic if he should die unrepentant, to show the spiritual risk of holding heretical beliefs.
Dr Ted Gott, Senior Curator, International Art, National Gallery of Victoria
Stefano di Giovanni di Consolo, (che nel Settecento fu erroneamente chiamato “Sassetta”, nome oggi largamente utilizzato), fu l’artista più innovativo che operò nell’importante città toscana di Siena nella prima metà del Quattrocento. Il rogo di un eretico fu realizzato dall’artista come uno dei sette pannelli della predella facente parte di una grande pala d’altare commissionata dalla corporazione Arte della Lana di Siena nel 1423 per la chiesa di Santa Maria del Carmine. Questa pala d’altare è la più importante opera giovanile rimasta di Sassetta, la cui arte attraversò la fase di transizione che portò dalla pittura gotica a uno stile più illusionistico che preannunciava il Rinascimento.
La funzione originaria della pala commissionata dalla corporazione Arte della Lana era quella di rappresentare aspetti della dottrina cristiana della transustanziazione. Celebrato in occasione della festa del Corpus Domini (il Corpo di Cristo), questo processo o mistero implica la convinzione che, durante la consacrazione nella messa, il pane eucaristico si trasformi nel vero e proprio corpo di Cristo. L’argomento di questo pannello è anche legato alla fede, o più correttamente ai rischi connessi al non credere in questa dottrina. Il dipinto di Sassetta raffigura una folla riunita per assistere simultaneamente al rogo di un eretico, o di un uomo di dubbia fede, e alla celebrazione della Messa.
La composizione di Sassetta mostra il sacerdote che raggiunge il momento più sacro della Messa cattolica, il momento in cui l’ostia viene trasformata nel corpo di Cristo e innalzata per essere venerata dalla congregazione, proprio mentre le fiamme si accendono intorno all’eretico condannato. La combinazione di questi due eventi indica quasi certamente che l’eretico sta ricevendo questa punizione per aver negato la dottrina cattolica sulla natura dell’Eucaristia. Questo aspetto narrativo collega il macabro pannello in mostra alla NGV al tema eucaristico generale dell’intera pala d’altare commissionata dalla corporazione Arte della Lana, i cui altri pannelli sono conservati in diverse collezioni museali sparse per il mondo. Gli stendardi e gli scudi del dipinto esposto alla NGV raffigurano lo stemma della corporazione Arte della Lana.
Le testimonianze storiche riportano le sofferenze di diverse persone condannate a morte sul rogo all’inizio del XV secolo, in particolare per aver messo in discussione l’Eucaristia. Il più importante di questi fu l’eretico boemo Jan Hus, che fu messo al rogo durante il Concilio di Costanza nel 1415. Altri subirono la stessa sorte a Siena, come Francesco di Pietro Porcari, che fu arso in quanto eretico nel 1421. È impossibile, tuttavia, identificare con precisione l’eretico raffigurato nel dipinto di Sassetta. Si potrebbe persino trattare di una figura generica, intesa come rappresentante del destino di tutti coloro che negano la fondamentale dottrina cattolica della transustanziazione.
Il soggetto di questo dipinto è in qualche modo ripugnante per la sensibilità moderna, tuttavia, quando Sassetta dipinse questo pannello la Chiesa cattolica riteneva che la crudeltà intrinseca di tale esecuzione fosse l’unico mezzo per purificare l’anima del colpevole e per garantire che l’eresia religiosa non fosse trasmessa ad altri membri della comunità. A tal proposito, Sassetta ha raffigurato un diavolo alato che scende in picchiata per strappare l’anima dell’eretico nel caso dovesse morire impenitente.
Dr Ted Gott, Senior Curator, International Art, National Gallery of Victoria
SASSETTA
The burning of a heretic (1423) {-(1425/26)}
tempera and gold leaf on wood panel
24.6 x 38.7 cm
National Gallery of Victoria, Melbourne
Purchased with the assistance of the Government of Victoria, 1976
E2-1976