Giulio ROMANO<br/>
<em>The Holy Family of Francis I, Saint Elizabeth, Saint John and the infant Christ</em> (c. 1518) <!-- (whole sheet) --><br />

cartoon fragment: black and white chalk on prepared paper; laid down<br />
70.6 x 52.6 cm irreg. (sheet)<br />
National Gallery of Victoria, Melbourne<br />
Bequest of Howard Spensley, 1939<br />
587-4<br />

<!--39035-->

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IT

The Holy Family of Francis I, St Elizabeth, Saint John and the infant Christ

Giulio Romano

La Sacra Famiglia di Francesco I, Santa Elisabetta, San Giovanni e il Cristo bambino

Giulio Romano

NGV ITALIA

Discover stories of Italian art, design, culture and life in the NGV Collection through dedicated events and resources, and explore two millennia of Italian painting, sculpture, prints and drawings, decorative arts and textiles, brought together for the first time on this site.

Supported by the Italian Australian Foundation

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This work was produced in Raphael’s workshop and is a fragment of a cartoon used in the execution of one of the artist’s late painting commissions. Remarkable for its survival and its great beauty, it also provides a fascinating insight into Renaissance drawing practice.

Between March and May 1518 Raphael and his workshop were hard at work on three panel paintings for the French monarch, Francis I, that had been commissioned by Pope Leo X. By this date, Raphael had been the pre-eminent painter in Rome for several years whose successful completion of the fresco cycle in the Vatican Stanze (papal apartments) cemented his reputation and exponentially increased his workload. Raphael headed a thriving workshop of artists, among whom Giulio Romano was the most gifted and inventive. By 1518, he and Giovanni Francesco Penni were Raphael’s principal assistants and were involved in the preparation and execution of the master’s many commissions. In his Lives of the Most Excellent Painters and Architects, 1550, Giorgio Vasari associated The Holy Family of Francis I with Romano and subsequent scholars have supported the view that the painting of the panel was chiefly his work. There remains conjecture, however, that in addition to designing the panel and executing some of the preparatory drawings, Raphael may have painted the figures of the Virgin and Saint Joseph himself.

The Holy Family of Francis I is a dynamic and highly complex composition that was rigorously planned, with numerous preparatory drawings still extant. While no primo pensiero (first thought) studies for the composition survive, several figure and drapery studies for the Virgin Mary and Christ child are known, as are two fragments of the full-scale cartoon that was used to transfer the final design to the panel. The NGV owns the largest fragment, which shows Saint Elizabeth, the young Saint John the Baptist and the Christ Child. The other fragment, showing the head of Saint Joseph, is in the Musée Bonnat, Bayonne. Both fragments are attributed to Giulio Romano.

The cartoon was executed in black chalk on sturdy prepared paper, according to standard workshop practice, and the back of the sheet would have been rubbed over with chalk. The main contour lines in the composition were then traced with a hard, pointed stylus to transfer the chalk from the back of the sheet onto the painting’s surface. This method of working can be detected in the NGV’s fragment where raking light reveals incised lines that carefully follow the outlines of the bodies, hands and heads as well as the wimple of Saint Elizabeth. In addition to showing the final realisation of the composition before the painting was begun, this cartoon fragment has also been carefully modelled with parallel linear hatching and smudged areas of tone. This creates a strong chiaroscuro and play of light and shade across the figures that is also evident in the painting and was remarked upon by contemporaries. Such chiaroscuro was one of the hallmarks of Leonardo’s painting and it has been suggested that Raphael may have deliberately emphasised this to please Francis I, who favoured the great artist and had invited him to the French court.

Cartoons were functional drawings and often did not survive workshop practice. Those that did, such as this example in the Gallery’s collection, show the level of refinement such works by Raphael and other High Renaissance artists could achieve, and reveal why they have always been highly prized as works in their own right.

Cathy Leahy, Senior Curator, Prints and Drawings, National Gallery of Victoria

Quest’opera è stata realizzata nella bottega di Raffaello ed è stata eseguita su un frammento di un cartone utilizzato per la realizzazione di una delle ultime commissioni pittoriche dell’artista. Notevole per la sua sopravvivenza e la sua grande bellezza, l’opera offre anche un’affascinante visione della pratica del disegno rinascimentale.

Tra il marzo e il maggio del 1518 Raffaello e i membri della sua bottega furono impegnati nella realizzazione di tre tavole per il monarca francese Francesco I, commissionate da papa Leone X. A questa data, Raffaello era già da diversi anni il pittore più importante di Roma e il successo del ciclo di affreschi nelle Stanze Vaticane (appartamenti papali) aveva cementato la sua reputazione e aumentato esponenzialmente il suo carico di lavoro. Raffaello dirigeva una fiorente bottega di artisti, tra i quali Giulio Romano era il più dotato e ricco di inventiva. Nel 1518, insieme a Giovanni Francesco Penni, era il principale assistente di Raffaello e partecipava alla preparazione e all’esecuzione delle numerose commissioni del maestro. Nelle sue ‘Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani‘ del 1550, Giorgio Vasari associa La Sacra Famiglia di Francesco I a Romano e anche i successivi studiosi hanno sostenuto l’opinione che la pittura che vediamo oggi sulla tavola fosse principalmente opera sua. Rimane tuttavia la congettura che, oltre a progettare la tavola e a eseguire alcuni dei disegni preparatori, Raffaello possa aver dipinto lui stesso le figure della Vergine e di San Giuseppe.

La Sacra Famiglia di Francesco I è una composizione dinamica e molto complessa, rigorosamente pianificata, di cui si conservano numerosi disegni preparatori. Sebbene non siano sopravvissuti studi di primo pensiero per la composizione, si conoscono diversi studi di figure e panneggi riguardanti la Vergine Maria e il Bambino Gesù, nonché due frammenti del cartone a grandezza naturale che fu utilizzato per trasferire il disegno finale sulla tavola. La NGV possiede il frammento più grande, che mostra Santa Elisabetta, San Giovannino e il Bambino Gesù. L’altro frammento, raffigurante la testa di San Giuseppe, si trova al Musée Bonnat di Bayonne. Entrambi i frammenti sono attribuiti a Giulio Romano.

Il disegno è stato eseguito con gesso nero su una robusta carta preparata, secondo la prassi di bottega, mentre il retro del foglio è stato strofinato con il gesso. Le principali linee di contorno della composizione venivano quindi tracciate con un pennino duro e appuntito per trasferire il gesso dal retro del foglio alla superficie del dipinto. Questo metodo di lavoro può essere individuato nel frammento della NGV, dove la luce radente rivela linee incise che seguono attentamente i contorni dei corpi, delle mani e delle teste, nonché del soggolo di Santa Elisabetta. Oltre a mostrare la realizzazione finale della composizione prima dell’inizio del dipinto, questo frammento di cartone è stato anche accuratamente modellato con tratteggi lineari paralleli e aree di tono sbavate. Questo crea un forte chiaroscuro e un gioco di luci e ombre tra le figure che è evidente anche nel dipinto e che fu osservato dai contemporanei. Tale chiaroscuro era uno dei tratti distintivi della pittura di Leonardo ed è stato suggerito che Raffaello possa averlo deliberatamente enfatizzato per compiacere Francesco I, che prediligeva il grande artista e lo aveva invitato alla corte francese.

I disegni su cartone erano opere funzionali e spesso non sopravvivevano alla pratica di bottega. Quelli che sono sopravvissuti, come questo esempio nella collezione della NGV, mostrano il livello di raffinatezza che potevano raggiungere le opere di Raffaello e di altri artisti dell’Alto Rinascimento e rivelano perché sono sempre stati molto apprezzati come opere a sé stanti.

Cathy Leahy, Senior Curator, Prints and Drawings, National Gallery of Victoria

Giulio ROMANO
The Holy Family of Francis I, Saint Elizabeth, Saint John and the infant Christ (c. 1518)
cartoon fragment: black and white chalk on prepared paper; laid down
70.6 x 52.6 cm irreg. (sheet)
National Gallery of Victoria, Melbourne
Bequest of Howard Spensley, 1939
587-4

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